Il fatto che la protezione solare serva solo in estate è uno dei principali miti da sfatare quando si parla di sole. Ma prima di sfatare false credenze e convinzioni sbagliate in merito andiamo con ordine.
Qualche giorno fa, dopo un bel po’ di tempo, sono stata a passeggiare al sole col mio cane e, dopo tutto l’inverno sepolta sotto strati e strati ho provato l’ebbrezza della pelle baciata dal sole.
Ero a mezze maniche e i raggi del sole primaverile sulla pelle mi davano una piacevole sensazione di benessere.
Ma i raggi del sole in questo periodo dell’anno non sono così innocui come sembra.
Anzi, per quanto possa sembrare prematuro, è proprio questo il momento dell’anno perfetto per affrontare un tema importante: prodotti solari e protezione della pelle, non solo in estate!

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La protezione solare serve solo d’estate
Dicevamo, appunto, che in molti, moltissimi, sono convinti che il sole sia pericoloso solo in estate. Non è così.
Il sole splende tutto l’anno e seppur in maniera diversa, è necessario proteggersi dai raggi UV 365 giorni l’anno, in particolare in primavera e in estate.
Proprio in primavera e inizio estate i raggi UV raggiungono il massimo della loro presenza sulla Terra. Durante il periodo invernale le nostre cellule che producono la melanina, i melanociti, vanno in una sorta di letargo e si risvegliano lentamente. Quindi al primo sole si trovano impreparate a proteggere la pelle dai raggi UV. Quindi è proprio in questo momento che si rischiano i danni maggiori.
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Scottarsi accelera l’abbronzatura
I maniaci della tintarella si espongono al sole per ore e nelle ore più calde, convinti che una anche l’iniziale scottature (quasi inevitabile) sia funzionale a una pelle scura.
Le scottature invece sono il segno più evidente dei danni provocati dal sole e purtroppo aumentano i rischi di tumori aggressivi alla pelle come il melanoma. Sono provocate per lo più dai raggi UVB, che sono violenti ma si fermano in superficie. Un buon filtro solare dovrebbe proteggerci dai raggi UVB.
Poi però ci sono i raggi UVA. I raggi UVA non provocano scottature, ma penetrano in profondità, dove compromettono le fibre di collagene e determinano invecchiamento cutaneo oltre a favorire la comparsa di mutazioni del DNA, potenzialmente cancerogene.
Ecco perché è fondamentale scegliere una protezione solare che protegga sia dai raggi UVA che UVB!
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Chi ha la pelle più scura non ha bisogno di protezione solare
Ecco un altro luogo comune in cui mi imbatto regolarmente.
È vero che il rischio di scottarsi, e la rapidità con cui può avvenire, dipendono dalle caratteristiche individuali e dal grado di abbronzatura preesistente. Il fatto è che le scottature non sono l’unico danno che il sole può fare alla nostra pelle.
Alcuni tipi di tumore della pelle, come i carcinomi ad esempio, dipendono proprio dall’esposizione prolungata al sole e possono colpire fototipi 4-5-6, cioè persone scure di carnagione, occhi e capelli.
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Chi ha la pelle chiara deve usare protezioni elevatissime
Al contrario di quanto dicevamo sopra, ecco un altro mito stavolta dedicato alle pelli chiarissime: più si è chiari più deve essere alto il fattore di protezione.
La scelta del SPF (Sun Protection Factor) serve a capire quanto tempo la pelle può esporsi al sole prima di sviluppare un eritema. Viene calcolato moltiplicando il tempo di esposizione senza crema per il numero dell’indice SPF.
La differenza tra un SPF 20 e un SPF 50 in realtà è davvero minima perché il primo protegge dal 95% dei raggi UV e il secondo dal 97%.
Quando scegliamo come proteggerci, quindi, invece che badare solo all’SPF dovremmo piuttosto considerare la quantità di prodotto che applichiamo (bisogna essere generosi nell’applicazione), la frequenza con cui lo facciamo (ogni 2-3 ore) e la sua effettiva resistenza all’acqua (e quindi anche al sudore).
Per quanto mi riguarda, io mi affido sempre a un prodotto naturale con SPF 20 e sto molto attenta ad applicarlo regolarmente (ogni 3 ore), non solo d’estate, ma tutto l’anno.
La mia scelta è ricaduta su un fattore 20 da quando ho scoperto che per garantire fattori più alti è necessario fare ricorso a filtri chimici.
Di cosa parlo quando dico filtro chimico?
Tre dei filtri UV usati più comunemente nelle creme solari (octylmethoxycinnamato, benzophenone-3 and octocrylene) con l’esposizione ai raggi solari producono essi stessi radicali liberi: in pratica, invece di evitare la formazione delle molecole responsabili dell’invecchiamento e delle malattie della pelle, aumentano il potere dannoso dei raggi UV!
Come accade per tutti i cosmetici, nel momento in cui li spalmiamo sulla pelle assorbiamo all’interno del nostro organismo tutte le sostanze di cui sono composti. Nel caso dei solari c’è poi da considerare l’effetto collaterale legato all’ estrogenino dato da alcuni filtri solari. In altre parole, spalmandosi la crema solare su tutto il corpo si possono verificare gli effetti tipici degli estrogeni: tensione mammaria e alterazioni mestruali nella donna, aumento di peso e caduta della libido nell’uomo.
Scegliere un SPF 20 vuol dire rinunciare ai filtri chimici in favore di quelli fisici con grande vantaggio non solo per la nostra pelle, ma anche per il nostro ambiente.
I filtri chimici, infatti, sono stati vietati in molti paradisi tropicali perché responsabili della morte dei coralli.
Per farla breve, quindi: la prossima volta che porterò a spasso il cane e avrò voglia di godermi un po’ il sole mi spalmerò ogni due ore un bel solare naturale con SPF 20, senza filtri chimici. Non serve che sia estate!
E per la pelle del viso scelgo un solare specifico, studiato proprio per proteggere la pelle così delicata del viso sia dai raggi del sole che da quelli della luce blu che di sera viene emessa dai dispositivi elettronici. Ma di questo ne parliamo presto.
Per ora ricordate di proteggervi dal sole!
A presto
Caterina
Per qualunque informazione sui solari che ho scelto o per una consulenza personalizzata, non esitate a contattarmi.