Abbiamo parlato di bellezza, di detox, di mentoring ed ecologia, ma il momento è arrivato.

Prima o poi avrei dovuto prendere il toro per le corna e parlarvi dell’argomento di cui nessuno vuole sentir mai parlare: gli aspetti fiscali del network marketing.

Quando inizio a blaterare di partita iva e ritenuta d’acconto i miei interlocutori scappano a gambe levate, perché – diciamocelo – in Italia i lavoratori autonomi sono considerati carne da macello.

Tuttavia, prenditi due minuti per leggere questo articolo: scoprirai che in un Paese come l’Italia, in cui le agevolazioni fiscali sembrano un miraggio, i vantaggi fiscali del Network Marketing sono un argomento davvero interessante!

Per fare network marketing ci vuole la Partita Iva?

Quando si sceglie di avviare un’attività di Network Marketing si devono tenere in considerazione molteplici aspetti, ma di sicuro la questione fiscale non va trascurata.

Cominciamo col dire che per iniziare un’attività di Network Marketing non occorre aprire Partita Iva: la collaborazione è infatti da intendersi come occasionale, fino a 6.410,26 € lordi annui.

I redditi sono sempre tassati mediante una ritenuta alla fonte nella misura del 23% calcolata su un imponibile del 78%. La misura complessiva della ritenuta è pertanto del 17,94% e, trattandosi di ritenuta a titolo definitivo, non c’è nessun obbligo dichiarativo.

I redditi così percepiti infatti, non vanno dichiarati e non fanno cumulo con eventuali altri redditi.

Quando vengono superati i 6.410,26€ lordi annui, però, l’attività non è più ritenuta occasionale e, pertanto, comporta l’obbligo di aprire la Partita Iva.

Quali sono i vantaggi fiscali del Network Marketing con Partita Iva?

La Partita Iva dedicata all’attività di network marketing è agevolata e normata dalla legge 173 del 2005, pertanto:

  • Non crea cumulo di redditi.
  • Non comporta il pagamento dell’IRAP nè l’iscrizione alla Camera di Commercio.
  • È prevista la gestione separata INPS e il relativo obbligo di versamenti dei relativi contributi secondo le aliquote vigenti (D.L. 269/03 (ART.44, c.2), convertito in L. 326/03).
  • Il contributo INPS rimane per 1/3 a carico dell’incaricato alle vendite e per il restante 2/3 a carico dell’azienda erogante e si calcola sull’imponibile fiscale pari al 78% delle provvigioni percepite.
  • Se l’incaricato è a carico del coniuge, rimane a carico del coniuge.

L’unica ‘incombenza’ è l’IVA che viene erogata mensilmente dall’azienda contestualmente alla fattura, la quale va versata ogni tre mesi.

Ricapitolando

Questa attività in fase di avvio, oltre a non comportare nessun investimento, è sottoposta ad una bassissima pressione fiscale che prosegue poi anche quando diventa un’attività di tipo continuativo.

Devo dire che per me, che non avevo mai avuto una Partita Iva, è stato molto semplice aprirla e gestirla grazie all’aiuto di un commercialista che non deve provvedere a detrazioni o rimborsi spese di vario tipo, trattandosi già di un regime agevolato.

UNICA ACCORTEZZA: cercane uno esperto in materia! Ti seguirà con più consapevolezza e ti consentirà di avvalerti a pieno di tutti i vantaggi che questo lavoro offre nel nostro paese.

Tutto chiaro? Se hai bisogno di un consiglio o di un confronto, come sempre puoi contattarmi tramite il modulo in calce al mio blog.

Non ti resta che lanciarti: come vedi, la rete è ben assicurata! :)

A presto,

Caterina

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Caterina Cariello | Partner Indipendente Ringana

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