L’emergenza climatica non è affar mio.
Me lo sento dire continuamente, negli ultimi tempi più che mai, con l’appoggio delle nuove correnti negazioniste del cambiamento climatico, nessuno si sente responsabile di ciò che accade al nostro pianeta.
L’emergenza climatica è mia responsabilità, rispondo io, invece! E’ responsabilità di tutti!
In questi primi mesi di vita del blog mi sono occupata del peso delle nostre scelte sulla salute della nostra pelle e più in generale sul benessere del nostro corpo, sempre con un occhio di riguardo per le conseguenze che queste hanno sull’ambiente. Perchè tutte le nostre scelte, anche quelle relative al nostro benessere, possono avere un forte impatto.
Quale IMPRONTA ECOLOGICA lasciamo in base alle piccole scelte quotidiane.

Alimentazione e scelte consapevoli.
Alcune nostre azioni sono automatiche, le facciamo senza nemmeno rendercene conto, altre invece possono essere frutto di scelte consapevoli, come la nostra alimentazione.
Vorrei fare qualche considerazione partendo dal consumo di carne all’interno di un’economia di sfruttamento intensivo delle risorse come quella occidentale*, e del suo impatto ambientale, affinchè ciascuno possa trarre liberamente, ma consapevolmente, le proprie conclusioni.
Iniziamo dall’acqua, il nostro bene più prezioso, che stiamo esaurendo velocemente e che è destinata a diventare il nuovo petrolio: occorrono 2500lt di preziosa acqua perchè un solo hamburger da 150 grammi arrivi sulle nostre tavole, litri che sono serviti per irrigare i terreni coltivati per produrre i cereali destinati agli allevamenti. A proposito dei cereali: la metà di quelli che produciamo vengono utilizzati come foraggio per gli animali, che poi mangiamo. Come se non bastasse i paesi poveri vendono cereali a quelli occidentali mentre i loro bambini muoiono di fame: non è un controsenso che milioni di persone ogni giorno soffrano la fame mentre noi, anziché sfamarli con quei cereali, li utilizziamo non per la nostra sopravvivenza, ma per la nostra gola?

Il peso di una bistecca.
E’ stato calcolato che se il consumo di carne fosse ridotto del 10% si potrebbero alimentare 100 milioni di persone nel mondo che oggi soffrono la fame, grazie alle risorse risparmiate dagli allevamenti intensivi. Se addirittura la limitassimo ad una volta al mese possiamo immaginare quali straordinari risultati raggiungeremmo? (dallo storico discorso di Philip Wollen, filantropo australiano di fama mondiale sulle tematiche etiche riguardanti il consumo di prodotti animali).
Quali sono i fattori di cui si tiene conto quando si calcola l’impatto ambientale di una bistecca? Davvero la sua produzione pesa sulla gravità dell’effetto serra? La risposta pare proprio essere sì:
per fare spazio ai foraggi destinati all’alimentazione bovina, un quarto di tutte le terre emerse è stato destinato alle coltivazioni, contribuendo notevolmente alla deforestazione, che supera persino quella dovuta alle piantagioni di olio di palma di cui tanto si dibatte ed è causa di gran parte degli incendi dolosi che vengono appiccati in Amazzonia, il polmone del pianeta;
i gas prodotti dalla digestione interna dei bovini, tra cui il metano, sono 296 volte più dannosi del Co2 e gli acidi generati dai gas dell’industria del bestiame stanno uccidendo anche i nostri oceani. Inoltre il 90% degli organismi marini più piccoli viene dato in pasto alle mucche che sono erbivore!
i fertilizzanti e pesticidi usati nelle coltivazioni, i processi di macellazione, il trasporto e la refrigerazione generano enormi quantità di gas serra.
Vero è che tutte le attività umane incidono sull’emissione di queste sostanze che sono direttamente responsabili dell’effetto serra e dell’emergenza climatica in atto, ma fra queste quelle generate nelle diverse fasi di produzione del nostro cibo incidono per ben il 30%. Per avere più chiari i numeri di cui stiamo parlando basti pensare che le attività di trasporto slegate dal settore dell’alimentazione contano solo per un 17%.
1 kg di carne bovina ha lo stesso impatto ambientale di:
50 kg di patate
8 minuti in aereo
200 km in auto
2000 km in treno
6 kg di carta
1200 sacchetti di plastica
25 lt di birra
6 mesi di utilizzo di smartphone o tablet.
Il potere di una scelta informata
Stiamo agendo, e mangiando aggiungerei, come se avessimo 5 pianeti a disposizione, quando invece ne abbiamo ‘solo’ uno e sta morendo. La Terra può produrre abbastanza cibo per le necessità di tutti ma non dovrebbe essere sfruttata per l’ingordigia di molti.
Se ancora pensiamo che il destino del pianeta non dipenda da noi, ci sbagliamo di grosso: tutti possiamo fare la differenza se ragioniamo in virtù del peso che ogni nostra singola scelta ha.
L’augurio è che ognuno di noi possa davvero fare la differenza, a partire da oggi.
A presto,
Caterina
* il consumo medio pro capite annuale di carne per un americano è di 122 kg, di 87 kg per un italiano e di soli 4 kg per un indiano